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Eugenio Alberti Schatz

Il lavoro di Alessandro Pongan si struttura intorno a un personaggio centrale, il Prono. Siamo di fronte all’invenzione di un archetipo contemporaneo che in qualche misura dialoga con l’uomo di Vitruvio disegnato da Leonardo. Il prono è un character, ossia un personaggio che viene rappresentato in diversi contesti, linguaggi e formati senza mai perdere la propria identità anche quando è affiancato da una serie di elementi e personaggi collaterali. È massiccio, geometrico, arcaico e pop al tempo stesso. Riecheggia i ciclopi dell’Isola di Pasqua, l’iconografia maya e azteca ma anche i manga e gli ufo-robot giapponesi, i graffiti e i fumetti. Irradia un’energia spirituale tangibile, un senso di mistero e di ricerca del senso dell’esistenza. Come molti archetipi, la sua natura è doppia. È a carponi in segno di sacrificio e sopportazione, nella posa tipica degli oppressi. Ma al tempo stesso è un accumulatore di energia. Nel suo corpo massiccio si avverte la tensione di un velocista ai blocchi di partenza. È una creatura in ascolto, in attesa del momento giusto per lo scatto. Per rialzarsi e liberarsi di ogni impedimento e disagio. Non a caso Prono ricorda un’altra figura mitologica: Crono, il titano figlio di Urano (cielo) e Gea (terra). Prono è il simbolo del potenziale di riscatto che c’è dentro di noi. È chino a terra, ma guarda avanti. Oltre l’orizzonte. Settembre 2017

The work of Alessandro Pongan is organized around a central character: the Prono (prone one, procumbent). We are faced with the invention of a contemporary archetype that to some extent establishes a dialogue with the Vitruvian Man drawn by Leonardo. The Prono is a character represented in different contexts, languages and formats, without ever losing his identity, even when joined by a series of collateral factors and figures.He is solid, geometric, archaic and pop at the same time. He resonates with overtones of the statues of Easter Island, of Mayan and Aztec imagery, but also Japanese manga and UFO-robots, graffiti and comics. He spreads tangible spiritual energy, a sense of mystery and pursuit of the meaning of existence.Like many archetypes, he has a dual nature. On all fours, a sign of sacrifice and subjugation, the typical posture of the oppressed. But at the same time an accumulator of energy. In the massive body, we sense the tension of a sprinter at the starting blocks. A creature utterly alert, waiting for the signal to leap forward. To break free of any constraints, any inhibition. It is no coincidence that Prono reminds us of another mythological figure: Cronos, the Titan son of Uranus (sky) and Gaia (earth). Prono is the symbol of the potential redemption that lies within us. He bows on the ground, but gazes forward. Beyond the horizon. September 2017

 

Davide Dall’Ombra, Casa Testori

Pongan è, insieme, un artista della vecchia scuola e il più contemporaneo dei professionisti. Ogni sua opera è la declinazione necessaria e imprevedibile del tema archetipo che ha sintetizzato in ore di macerazione e ideazione, immediatamente tradotte in rigorosa progettazione ed esecuzione. Sarebbe improprio dividere le due componenti, quella ideativa – così densa di significati antropologici, filosofici e storici insieme – e quella progettuale, fatta di ore di disegno a mano libera, dialoghi e strette collaborazioni con laboratori di stampa 3D e artigiani di antiche tecniche di fusione. Il processo acquista modernità proprio nel suo compiersi integro, nel suo sbocciare nella materia contemporanea e nella sua straordinaria capacità di cavalcare le molteplici possibilità tecnologiche dell’oggi, dando corpo al pensiero sempiterno di queste sculture, che il tempo attraverseranno, immutabili come il proprio anelito. Novembre 2017

Pongan is an old-school artist and, at the same time, the most contemporary kind of professional. Every work is the necessary and unpredictable interpretation of the archetypal theme he has developed in hours of maceration and ideation, immediately translated into rigorous design and implementation. It would be inappropriate to divide the two aspects, the ideation – so dense in anthropological, philosophical and historical meanings, all together – and the project, made of hours of freehand drawing, exchanges and close collaboration with 3D printing workshops and craftsmen versed in ancient casting techniques. The process takes on modernity precisely in its implementation as a whole, its blossoming in the contemporary material, its extraordinary ability to ride the multiple technological possibilities of the present, giving rise to the everlasting thought of these sculptures, which cross time, immutable as their own longing. November 2017

 

Alfredo Accatino

Gli artisti, una volta, creavano un’opera. Alcuni artisti quella stessa opera l’hanno poi ripetuta nel tempo, trasformandola in stereotipo, in una gabbia espressiva nella quale spesso hanno finito per perdere la propria identità. Alessandro Pongan, al contrario, ha provato a fare la cosa più difficile di tutte. Non ha realizzato una singola opera, ha inseguito la vita e delineato un mondo che sta ora popolando di paesaggi, di visioni e di creature, spaziando tra materia e forma. Ma non si è limitato a immaginare i suoi abitanti, li costruisce prima nella mente e poi li forma in 3D per donare ad essi l’alito della vita. Ecco, ha sintetizzato il DNA e ora lo lascia libero di esprimersi e auto-generarsi. Così lo spettatore si trova in prima linea, come se si trovasse seduto al fianco di Dio nel momento della creazione, come se si fosse potuto pianificare e vedere in anticipo rispetto alla sua realizzazione formale l’esercito di terracotta dell’imperatore Qin a Xi’an. Alessandro Pongan dunque non è solo un precursore, ma un “Creatore”. Del resto la parola “creatività” deriva dalla radice KAR. E in sanscrito, “KAR-TR” è “colui che fa” (dal niente). Pongan è un poeta, un’utopista, un artigiano, un non-artista libero e senza preconcetti che sta traghettando l’industria dell’arte in un territorio nuovo, da cui non potrà più tornare indietro. Gennaio 2018

In the past, artists created a work. Some artists repeated that same work over time, transforming it into a stereotype, a cage of expression in which they wound up losing their own identity. Alessandro Pongan, on the other hand, has attempted to do the hardest thing of all. Instead of making a single work of art, he has pursued life and outlined a world that he is now populating with landscapes, visions and creatures, spanning between matter and form. He has not simply imagined its inhabitants; he first builds them in his mind and then shapes them in 3D to endow them with the breath of life. He has synthesized their DNA and has now left it free to express itself and self-generate.The spectator is thus on the front line, seemingly seated by the side of God in the moment of creation; as if it had been possible to plan and to see even before its implementation, the terracotta army of the Emperor Qin at Xi’an. Alessandro Pongan is therefore not just a forerunner, but also a “Creator.” After all, the word “creativity” comes from the root KAR, and in Sanskrit “KAR-TR” is “he who makes” (from nothing). Pongan is a poet, a utopian, an artisan, a free non-artist without preconceived notions, who is moving the art industry into a new territory. January 2018

 

Cinzia Manfredini

“atemporale” – aggettivo In filosofia: di quanto è indipendente dal tempo o non si riferisce a un momento temporale definito. In linguistica: presente atemporale, particolare valore aspettuale assunto dal tempo presente quando qualifica un’azione come avente validità perenne e applicabilità universale. Guardando i lavori di Alessandro Pongan, atemporale è il primo aggettivo che mi viene di pensare. Le sue forme ancestrali e nello stesso tempo futuristiche paiono attraversare un tempo indefinito, il loro esistere appare come qualcosa di caduto da un mondo inesplorato, eppure ricordano e muovono emozioni dentro di me… una sensazione di conosciuto in altre vite. Alessandro, io lo ammiro da tempo, ne invidio la sapienza tecnologica e la professionalità hi-tech… Eppure… stavolta, aprendo le sue immagini, non nego di essere stata duramente colpita. Ho chiuso e riaperto… piu volte. Poi ho visto… Misteriose forme che possono avere una dimensione piccolissima e divenire nello stesso tempo enormi, senza cambiare la proporzione, senza mutare. Forme… astratte eppure riconducibili a immagini sepolte dentro il nostro immaginario… che possono vivere e armonizzare con spazi interni ed esterni, in contesti antichi e modernissimi, che possono essere rappresentativi di tante cose… associabili a mille produzioni umane… diventando simbolo ed espressione di tante energie… TOTEM. Perché in queste sculture, nulla cambia, nulla si deforma, nulla si disperde, nulla importa…. Meteore…. che hanno viaggiato in spazi atemporali… forse segnali dal futuro che Alessandro come un radar ha saputo ascoltare…e infine cogliere per portarli a noi… per poi renderceli in ambito artistico… per tramandarle e chissà… forse un giorno per restituirle al loro mistero. Dicembre 2017

“Timeless” In philosophy: regarding that which is independent of time or does not refer to a definite moment in time. In linguistics: the atemporal present, a particular aspectual value assumed by the present tense when it refers to an action as having eternal validity and universal applicability.Looking at the works of Alessandro Pongan, timeless is the first adjective that comes to mind. His ancestral and at the same time futuristic forms seem to cross an indefinite time; their existence seems like something that has fallen from an unexplored world. Yet they summon up and move emotions inside me… a sensation of having known them in other lives.Alessandro: I have admired him for some time; I envy his technological know-how and high-tech professionalism… Yet… this time, opening his images, I cannot deny being strongly struck. I closed and opened again… a number of times. Then I saw… Mysterious forms that can be very small and at the same time become enormous, without changing their proportions, without mutation. Forms… abstract yet ready to be traced back to images buried in our imagination… that can live and be in harmony with inner and outer spaces, ancient and very modern contexts, that can be representative of many things… associated with a thousand human productions… becoming the symbol and expression of many energies… TOTEMS. Because in these sculptures nothing changes, nothing gets becomes deformed, nothing gets lost, nothing matters… Meteors… that have traveled in timeless spaces… perhaps signals of the future which Alessandro, like a radar, has been able to listen to… and finally capture, to bring them to us… to then convey them for us in the context of art… to pass them down, and who knows… maybe one day to return them to their mystery. December 2017

   

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